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BOTTIGLIA D’ACQUA SUL COMODINO MENTRE DORMI, NON FARLO MAI: IL MOTIVO È SERIO

In molti hanno quest’abitudine, senz’altro comoda ma che può diventare pericolosa. Ecco spiegato il motivo per il quale non è consigliabile tenere una bottiglia d’acqua sul comodino durante la notte.

Perché non bisogna tenere l’acqua sul comodino

Nonostante questa sia una pratica che si utilizza da anni, consigliata dalle mamme per i figli più pigri che le chiamavano per non alzarsi dal letto in piena notte, a lungo andare, può risultare dannosa per la salute dell’organismo.
Infatti, l’acqua contenuta in bottiglie di plastica, a contatto con la temperatura dell’ambiente, può esser contaminata dalle sostanze che compongono le bottiglie in plastica.
L’agente contaminante, porta il nome di Bisfenolo A, sostanza chimica dannosa per l’uomo.
In genere viene rilasciata una volta che la bottiglia viene “scaldata” dall’ambiente.
Per questo motivo, nonostante l’acqua sia comunque fruibile per l’organismo anche il giorno seguente, molti esperti stanno sconsigliando questa pratica.
Neanche il classico bicchiere in vetro, appoggiato sul comodino, può andar bene perché, come spiega il dott. Kellogg Schwab, direttore del Johns Hopkins University Water Institute, durante la notte, non essendo adeguatamente coperto, il bicchiere può raccogliere una grandissima quantità di batteri.
Bisogna però far molta attenzione: il Bisfenolo A non è presente solamente nelle bottiglie in plastica, ma anche nei contenitori rigidi a base di policarbonato, come i classici biberon in plastica.

Cosa si rischia e la soluzione al problema

A glass of water sitting on a table next to a white bed in the morning, wake up routine.

Qualcuno come soluzione, ha proposto le bottiglie in PET.
Esse però, sono progettate e commercializzare per esser utilizzate una sola volta.
Quindi, una volta svuotate, dovrebbero esser buttate senza possibilità di riutilizzo.
Infatti, un utilizzo prolungato porterebbe ad intaccare le caratteristiche sia tecnologiche che chimiche di tale bottiglia.
Le conseguenze più gravi di quest’abitudine di lasciare la bottiglia d’acqua sul comodino, possono essere: malattie cardiovascolari e infertilità tra gli uomini.
L’unico vero rimedio è l’utilizzo delle bottiglie in vetro.
Essa infatti può esser chiusa, durante la notte, senza che entrino al suo interno batteri, non subisce nessun alterazione in ambienti con una temperatura diversa e può esser lavata anche a temperature elevate.

Gino Paoli si è sparato: il motivo dell’estremo gesto del cantautore

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Gino Paoli è uno dei più grandi cantautori italiani. Qualche anno fa si sparò in petto, senza far comprendere il perché di tale assurdo gesto. Ora il motivo è venuto a galla.

Come si sparò

Gino Paoli è considerato da tutti uno dei più grandi cantautori italiani.
Quello che però non tutti sanno, è che c’è stato un periodo della sua vita nel quale si sentiva saturo, fin troppo appagato da quello che lo circondava e aveva un pensiero fisso: quello di vedere cosa ci fosse dopo questa vita.
Questo pensiero lo covava da tempo, infatti ciò che ha portato Paoli al tentato suicidio, è stato un percorso partito da lontano, da quando ha cercato e provato le pistole che sparassero più lontano, dal tentativo di farla finita ingerendo pillole, fino a quando gli balenò l’idea di buttarsi. Infine scelse la pistola.
Così, l’11 luglio del 1963, Gino Paoli si sparò un colpo al cuore.
Ma è avvenuto il miracolo: il proiettile si fermò al torace, non riuscendo a perforare il miocardio. Il colpo non ha danneggiato nessun organo vitale.
Ancora oggi, porta il proiettile nel pericardio, da che un’eventuale operazione di rimozione, potrebbe mettere in pericolo la sua vita.

Le parole del cantautore

Ecco quali sono state le parole del cantautore una volta ripresi i sensi in ospedale:

“Ogni suicidio è diverso, e privato. È l’unico modo per scegliere: perché le cose cruciali della vita, l’amore e la morte, non si scelgono; tu non scegli di nascere, né di amare, né di morire. Il suicidio è l’unico, arrogante modo dato all’uomo per decidere di sé. Ma io sono la dimostrazione che neppure così si riesce a decidere davvero. Il proiettile bucò il cuore e si conficcò nel pericardio, dov’è tuttora incapsulato. Ero a casa da solo. Anna, allora mia moglie, era partita; ma aveva lasciato le chiavi a un amico, che poco dopo entrò a vedere come stavo”

Qualche anno più tardi, molti giornalisti che hanno avuto la fortuna di parlarci di tale argomento, hanno chiesto la motivazione profonda di quel gesto. Il cantautore ha risposto così:

“Per andare a vedere cosa c’era dall’altra parte. Non ho una ragione specifica. Avevo avuto tutto dalla vita. Almeno credevo di aver avuto tutto, di aver visto tutto, di non avere ormai più niente da guardare. Quindi volevo andare a vedere dall’altra parte”

Dopo questo “incidente”, Gino Paoli è una persona completamente diversa, che sa quanto sia importante la vita e insegna a tutti (soprattutto ai giovani) a non far cavolate proprio come quella che stava per compiere lui stesso qualche anno fa.

ANTONELLA ROCCHI, LA TREMENDA NOTIZIA È APPENA ARRIVATA: FAN SOTTO CHOC

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Lo scorso 8 agosto ha perso la vita una delle personalità che ha fatto compagnia a molti italiani durante i pomeriggi di trasmissione. Ecco di chi si tratta.

Di chi stiamo parlando

Due giorni fa, l’8 agosto, ha perso la vita Antonella Rocchi. La giornalista della redazione di RTL 102.5 si è spenta a seguito di una lunga malattia, aveva solamente 51 anni.
In molti la ricordano per essere stata nella redazione spettacoli di Mediaset a inizio carriera, ma già nel 2000 è approdata a RTL 102.5, dove ha lavorato come giornalista fino alla malattia.
Sulla situazione, la famiglia ha voluto massima riservatezza, quindi nell’articolo (secondo paragrafo) è stato lasciato gran parte dello spazio ai commenti di amici e colleghi.

Gli attestati di stima degli amici e colleghi

Ecco il post della radio per la quale ha lavorato per circa 20 anni:

“La scomparsa della collega e amica Antonella Rocchi ci lascia profondamente costernati. Con lei se ne va un pezzo della nostra storia e una grande giornalista. Esprimiamo con affetto vicinanza a suo marito Massimo e ai due figli, Matteo e Arianna. La famiglia di RTL 102.5”

Costernata anche l’amica e collega Giulia Legrenzi, che non riesce a scrivere molto, solo un augurio sincero per la sua amica di una vita:

“Ciao Tesoro. Che la tua innata, gioiosa leggerezza ti accompagni”

Il caposervizio Alberto Ciapparoni invece, ha scritto:

“Stamani la redazione di Rtl ha il cuore a pezzi. Ci ha lasciato una ragazza, una collega, con cui abbiamo vissuto mille avventure e condiviso mille cose. Madre, moglie, giornalista e una parte di noi: Antonella era, è questo e lo sarà sempre. Da lassù lavorerà con noi”

L’editore della radio, Lorenzo Suraci ha scritto parole al miele per lei:

“Il suo percorso con noi è stato lungo e fruttuoso. Nel lavoro ha sempre dimostrato professionalità e umanamente grande spessore e garbo. Era un volto noto ai nostri ascoltatori e per salutarla e ricordarla oggi le abbiamo dedicato un notiziario. In questi quattro anni ha sempre seguito con passione il percorso della radio e dei colleghi nella speranza di poter tornare”

LA MALATTIA DI FEDEZ: I SINTOMI DEL TUMORE AL PANCREAS

Basandoci sull’esperienza passata qualche mese fa dal noto cantante Fedez, illustriamo i sintomi che possono fungere da campanello d’allarme per quanto riguarda un tumore al pancreas. Ecco l’elenco.

Il calvario che Fedez ha subìto qualche mese fa

“Ho un raro tumore neuroendocrino del pancreas”

Così Fedez aveva annunciato ai suoi fan, tramite il suo profilo personale di Instagram, di avere un tumore.

È uno di quei tumori che se non li prendi per tempo non è un simpatico convivente da avere all’interno del proprio corpo. Motivo per il quale mi sono dovuto sottoporre ad un intervento chirurgico durato 6 ore per asportarmi una parte del pancreas.
A due giorni dall’intervento sto bene e non vedo l’ora di tornare a casa dai miei figli. Ci vorrà un po’”

Poi ha spiegato che tipo di esame ha svolto per studiare a fondo il problema che gli si era presentato.

“L’istologico ha fatto vedere che non aveva preso i linfonodi, non ho micro-metastasi, motivo per il quale non ho devo fare la chemio. Quindi sono… non voglio dire la parola, ma al 90 per cento va tutto bene. L’operazione è stata molto importante, mi sono stati rimossi duodeno, cistifellea, pancreas e un pezzo di intestino, ho ancora i punti però miracolosamente mi sto riprendendo, sto ricominciando a fare attività fisica, è solo un tema di ripresa dall’intervento”

Ancora una volta, una vita è stata salvata dalla prevenzione. Non smetteremo mai di scrivere quanto siano importanti i check sanitari.

I sintomi del tumore al pancreas

I sintomi che potremmo riscontrare in presenza di un eventuale tumore neuroendocrino del pancreas sono molteplici.
I sintomi che il nostro corpo ci manda, non devono mai e in nessun modo esser presi sottogamba.
Ovviamente, inutile dire che le cure fai da te sono più che sconsigliate e che un parere medico per ogni sintomo che soffriamo è la cosa giusta da chiedere.

A dare le dovute delucidazioni sull’argomento è Maria Luisa Draghetti, presidente di NET Italy onlus.

Un primo campanello d’allarme possono essere i valori del sangue sballati: un aumento del livello di ormoni quali insulina o gastrina, oppure altre sostanze prodotte dal tumore, come la cromogranina A.
Altri sintomi possono essere: diarrea protratta nel tempo, dolori addominali molto forti, perdita di peso e di appetito, ittero, dolore nella parte superiore dell’addome o nella schiena, debolezza, nausea o vomito, diabete, ipoglicemia, colelitiasi, ulcereo duodenali.

Neanche a dirlo, le persone che sono più esposte al rischio sono: la fascia d’età compresa tra i 60 e gli 80 anni.
Tra i comportamenti che possono indurre tale tumore: il fumo, il consumo di alcolici, l’obesità e il diabete di tipo 2.

La guarigione, come per tutti i tumori è fortemente legata al tipo di tumore e dallo stadio (di esso) al momento della diagnosi.

L’INCREDIBILE TRASFORMAZIONE DI SARAH DI VITE AL LIMITE: ECCO COM’È ORA

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Ecco come è diventata Sarah di “Vite al limite”. Nessuno l’avrebbe riconosciuta data la vera e propria trasformazione che ha messo in atto nel giro di poco tempo.

Il turbolento passato di Sarah

In molti avranno conosciuto Sarah Neely nel famoso programma “Vite al limite”, mandato in onda dal canale Real Time. Nella tredicesima puntata della 6 stagione del programma, viene raccontata la storia della giovane.
Da sempre la 35enne ha avuto problemi di peso. Nell’ultimo periodo però, il problema era diventato talmente grande da poter intaccare anche la sua salute, infatti Sarah era arrivata a pesare ben 291 chili.
Il cibo per lei ha sempre simboleggiato un luogo sicuro, infatti dopo ogni stress o problema, per alleviare la sensazione di ansia, si riversava sul cibo.
Oltre questo, c’è anche da dire che Sarah non ha vissuto un’infanzia felice come altri bambini. Il padre infatti aveva seri problemi con l’alcol e abusava spesso di droga. La giovane litigava spesso coi genitori e le cose sono infine precipitate una volta che i due si separarono.

Come sta oggi

A causa di tutti ciò, Sarah ha così deciso di lasciare Daytron, città dell’Ohio dove abitava per sottoporsi alla cura di un anno presso la clinica di Houston.
La ragazza è stata una delle pazienti più giovani del dottor Nowzaradan.
Grazie alla sua voglia di rivalsa e alla sua ferrea volontà, Sarah è riuscita letteralmente a trasformarsi.
A distanza di anni è riuscita a non ricadere nel baratro e a non sfogare sul cibo tutta la sua rabbia e la sua ansia.
In molti ora si stanno chiedendo che aspetto abbia al momento, dato che ogni anno ha continuato a perdere chili.
Ora Sarah è riuscita a trovare anche la forza di affrontare una relazione amorosa, è fidanzata e sogna di esser mamma.
Il suo aspetto è la proiezione delle sue volontà: non c’è che dire, tutta un’altra persona rispetto a quella che era solo qualche anno fa.