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Gori analizza l’operazione russa in Italia del 2020

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Il sindaco di Bergamo Gori torna a parlare dell’operazione russa del 2020

Con un semplice tweet, Giorgio Gori, inizia a sollevare un polverone che riguarda la task force invitata dai russi per aiutare l’Italia, e soprattutto Bergamo.
Ricordiamo il contesto storico: in quel periodo, oltre la Cina, l’Italia era il primo paese europea ad accusare le prime conseguenze (disastrose) del Coronavirus. Al tempo, la pandemia era appena scoppiata e non si riusciva a trovare una soluzione efficace per contrastare sia la diffusione del virus, sia per debellarlo dall’organismo umano. Le conseguenze di quei primi giorni furono devastanti, tanto da attirare gli aiuti da parte delle altre nazioni. Una delle nazioni che non si tirò indietro e che anzi, cercò di aiutare concretamente l’Italia, fu proprio la Russia.
Il governo Putin, dopo una consultazione con l’allora premier Antonio Conte, inviò (il 22 marzo) 13 quadrireattori e 23 camion che trasportarono più di 100 persone in tuta mimetica pronte a prestar soccorso. Tra queste anche due famosi epidemiologi: Natalia Y. Pshenichnaya e Aleksandr V. Semenov.
A distanza di anni, con lo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina però, Gori torna ad analizzare quei giorni utilizzando un punto di vista diverso:

“Col senno di poi è inevitabile tornare alla missione russa in Italia della primavera 2020. Sono testimone dell’aiuto prestato a Bergamo dai medici del contingente, ma va ricordato che a Pratica di Mare arrivarono più generali che medici. Fu aiuto, propaganda o intelligence?”

Questo è il dubbio sollevato dal sindaco bergamasco. Indubbiamente la task force russa ha aiutato parecchio i civili e gli ospedali di Bergamo. Che Mosca abbia avuto veramente un secondo fine?

Le critiche al pensiero di Gori, sindaco di Bergamo

Non mancano però le critiche all’insinuazione di Gori. Tra i molti che hanno un pensiero contrastante al sindaco bergamasco, c’è il deputato della Lega Daniele Belotti, che risponde allo stesso, così:

“Capisco le tensioni per la guerra e l’astio verso Putin, ma come si fa a rinnegare un’operazione pacifica che era stata apprezzata ed elogiata da tutti come la sanificazione delle case di riposo della bergamasca da parte dei militari russi, nel momento più drammatico della pandemia? Certo, potrà essere stata propaganda, ma pensare che fossero venuti a Bergamo per cercare segreti al Don Orione o al Gleno ci vuole proprio una bella fantasia. Mi preoccupa di più il fatto che a sparare certe cazzate sia un sindaco che ambisce a fare pure il ministro”

Invitandolo ad avere un pensiero un po’ più equilibrato e scevro dai condizionamenti dettati dagli accadimenti delle ultime settimane.
Si può arrivare a pensare che gli aiuti arrivati dalla Russia, in piena emergenza mondiale, siano stati mera propaganda? Si può pensare ad una pianificazione che va avanti da anni?
Poi, come fa un’operazione di intelligence occupare solamente lo spazio degli ospedali colpiti dal covid?

Ancora scontro tra Enrico Montesano e il governo italiano

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Ancora parole dure dell’attore nei confronti del Governo

Dopo le vicende, di qualche mese fa, legate alle concessioni della Carta Verde, Enrico Montesano torna ad analizzare le modalità che il governo italiano ha scelto di adottare per dispensare aiuti ai rifugiati ucraini.
Per l’attore è giustissimo aiutare tutte quelle persone che riescono a fuggire da una guerra che non hanno scelto e che fa solamente enormi danni.
La cosa che però gli fa storcere il naso, è il trattamento che tali rifugiati stanno avendo. Montesano accusa velatamente il governo italiano di applicare due pesi e due misure tra i rifugiati e i cittadini italiani:

“Una cortesia chiedo al governo italiano, sì, una concessione, perché ormai di diritti non se parla proprio: se una disposizione, discutibile e vessatoria, vale per i cittadini italiani, deve valere per tutti! Vedo che i rifugiati verranno accolti ed aiutati, come è giusto che sia, e a loro non verrà richiesto Green Pass ma ‘hanno bisogno solo di un abbraccio'”

Queste parole, sono figlie di mesi e mesi di restrizioni subite durante gli ultimi due anni. Come si sa, Enrico Montesano è un No-Vax e per rispettare la legge, è stato costretto a privarsi di cose che fino a qualche anno fa erano normali per tutti. Soprattutto, continuando a spiegare il suo pensiero, va a toccare anche il tema del lavoro:

“Però anche gli italiani ‘hanno bisogno solo di un abbraccio’ e niente richiesta di Green Pass per poter tornare al lavoro e non essere sostituiti. Sarebbe una beffa che non avvantaggerebbe di certo i lavoratori italiani, e neanche i rifugiati”

Il suo pensiero anche sulle mosse dell’Italia riguardo la guerra in Ucraina

Un pensiero anche alle mosse che il governo sta muovendo nei confronti del conflitto ucraino-russo:

“Questo caso bellico Ucraina-Russia estremamente complesso, intricato e difficilmente leggibile mi lascia interdetto, troppi punti di vista contrastanti. Una sola cosa mi sento di affermare: quando si vuole far smettere due contendenti non bisogna aiutare, tifare o incitare i duellanti. Bisogna mettersi in mezzo e separarli”

Sembra quasi “incitare” il governo a prendere delle decisioni concrete, senza fare patteggiamenti con l’una o con l’altra nazione. Gli aiuti sono sempre giusti, ma non devono essere a senso unico, perciò propone una presa di posizione precisa, neutrale e che aiuti concretamente a far cessare le ostilità.

“Sono un cittadino del mondo, ma mi viene voglia di gridare: ‘Fermate il mondo, voglio scendere’. Quando non riusciamo a bloccare la stupida follia che induce gli umani alla guerra. Semo proprio de coccio!”

Con queste parole conclude il suo pensiero, cercando anche un po’ di sdrammatizzare dopo aver toccato temi delicatissimi che interessano sia una possibile guerra che potrebbe avere dimensioni globali, sia la spaccatura interna che si vive in Italia ormai da due anni.

Buste paga: tra Irpef e bonus a marzo soldi in arrivo per gli italiani

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Dalla ripresa post pandemia, e cioè da quando le restrizioni post lockdown si sono allentate, il governo italiano ha stanziato vari bonus per far riprendere l’economia italiana. Già dal governo Conte, si è discusso molto di questi bonus che alla fine, alcuni neanche sarebbero serviti poi molto, come ad esempio il bonus monopattino. Molti di questi bonus però non c’entrano nulla con gli accadimenti di due anni fa.

Per il mese di marzo: Irpef e bonus Renzi

Quest’anno si può godere di più tempo per adeguarsi ai nuovi dettami che impattano sull’elaborazione della busta paga. Infatti, con una circolare, l’Agenzia delle Entrate, comunica che i datori di lavoro, avranno un mese in più (fino ad aprile quindi) per applicare le modifiche delle normative in materia di IRPEF e di quelle legate all’assegno unico universale.
Nelle nuove regole introdotte dalla legge di bilancio del 2022, viene scritto come applicare l’aumento della detrazione fiscale d’importo (pari a 65 euro annui) se il reddito complessivo è compreso tra i 25.000 euro e i 35.000 euro (senza superarli), il diritto di usufruire del bonus 100 euro, nonché l’abolizione delle detrazioni fiscali per i figli di età inferiore a 21 anni.

Inoltre dal 1 gennaio, le disposizioni prevedono:
La rimodulazione degli scaglioni dell’imposta e la modifica delle aliquote, proprio per far pagare ai lavoratori meno tasse.
La modifica del calcolo delle detrazioni di lavoro: cioè tali detrazioni, sono calcolate in base alla tipologia di reddito che si possiede. Quindi saranno diverse a seconda se si possiede un reddito di lavoro dipendente, un reddito assimilato a quello di lavoro dipendente ed altri redditi, e quello di pensione).
E per finire, il superamento dell’ulteriore detrazione fiscale per redditi di lavoro dipendente e assimilati in caso di reddito complessivo superiore a 28 mila euro.

Nel dettaglio:
Con le modifiche apportate dalla nuova Legge di Bilancio, si avranno le seguenti aliquote per scaglioni di reddito:

  • fino a 15.000 euro, 23%;
  • oltre 15.000 e fino a 28.000 euro, 25%;
  • oltre 28.000 e fino a 50.000 euro, 35%;
  • oltre 50.000, 43%.

Bonus 100 euro

Il Bonus Renzi (di 80 euro) è stato sostituito dal trattamento integrativo di 1.200 euro annui. Cioè:
Ai soggetti con reddito complessivo non superiore a 15.000 euro, spettano 1.200 euro all’anno in busta paga.
Mentre se si possiede un reddito che non supera i 28.000 euro e se la somma delle detrazioni è superiore all’imposta lorda, spetta il trattamento integrativo (un bonus di 100 euro)

Nuovo lavoro per Sabrina Misseri e Cosima Serrano

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A più di 10 anni dall’omicidio di Sarah Scazzi, si torna a parlare della cugina Sabrina Misseri e della zia Cosima Serrano.

I precedenti delle due

Ormai nel lontano 2010, avveniva uno degli omicidi che ha avuto maggior risonanza mediatica degli ultimi anni: l’omicidio di Sarah Scazzi.
Esattamente ad un anno dall’uccisione, dopo vari servizi al tg, inchieste e indagini approfondite, madre e figlia (Cosima Serrano e Sabrina Misseri) vengono condannate all’ergastolo.
Le due, tolsero la vita alla povera ragazza, strangolandola con una corda e facendo poi sparire il cadavere (con l’aiuto di Misseri).
A nulla servì la falsa testimonianza di Michele Misseri, ovvero il padre di Sabrina e marito di Cosima che cercava in tutti i modi di coprire le vere colpevoli del Delitto di Avetrana. Anche Misseri però fu condannato: anche se non fu lui ad uccidere Sarah, è stato proprio lui (che era lo zio della vittima) a sopprimere il cadavere e ad occultare le prove. Gettò il corpo di Sarah, già privo di vita, in fondo al pozzo.
Al contrario della moglie e della figlia, a lui sono stati dati “solamente” 8 anni di reclusione. Solamente nel febbraio del 2017 la Corte Suprema di Cassazione si pronunciò sulla condanna.
La cosa più atroce di questo famosissimo delitto, è il fatto che è stato commesso dalla cugina e dalla zia della vittima. Non solo, al tempo la vittima aveva solamente 15 anni, un’adolescente con tutta la vita davanti.

La nuova vita e il nuovo lavoro

Nelle carceri vere, non quelle dei film, anche i detenuti possono lavorare. Il diritto al lavoro è concesso a tutti, liberi e non.
Nel carcere di Taranto, da quando sono state rinchiuse, Sabrina e Cosima si sono da sempre dedicate alla fabbricazione di tovaglie, corredi e abiti.
La svolta per loro però arriva con la pandemia del 2020. Il loro business cambia e va incontro alle esigenze del paese.
Al posto di fabbricare tovaglie e vestiti, nel laboratorio che condividono ormai dal lontano 2011 (anno della loro reclusione) iniziano a produrre e distribuire presidi sanitari.
Insomma, un tentativo di rendersi utili per la società, magari per redimersi e iniziare anche a fare del bene al prossimo, nella speranza che il carcere le abbia cambiate davvero.
Non è mai troppo tardi per ritornare sui propri passi e comprendere gli errori commessi per non doverli più affrontare in futuro.
Futuro però, che dovranno comunque vivere in carcere data la pena a cui sono condannate.

Clarissa torna a parlare della lettera scritta al Gf Vip

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Si torna a parlare della lettera che la principessina Clarissa Selassié ha scritto di suo pugno per scusarsi con la cantante lirica Katia Ricciarelli.

Le discussioni e la lettera

Non è un mistero, Katia Ricciarelli e la principessa Clarissa non sono mai state anche, anzi. Non si sono mai sopportate all’interno del programma e le discussioni tra le due erano all’ordine del giorno. Ciò che non si può fare però, è superare il limite e mancare di rispetto. In ogni discussione non si dovrebbe mai perdere la calma.
Le discussioni tra le due, una volta eliminata dal reality la giovane Clarissa, sembravano essersi placate. Invece, sulla questione è tornata proprio la stessa principessa che sui social commentò in modo rude l’eliminazione di Katia.
Questo gesto spaccò in due l’opinione dei fan del GF Vip.
C’è chi è dalla parte della Selassié accusando la Ricciarelli di esser stata troppo arrogante in ogni sua dichiarazione e chi invece, si schiera dalla parte di Katia che è della scuola di pensiero secondo cui “chi vuole rispetto, deve portar rispetto”.

Le scuse di Clarissa Selassié

Detto ciò, la giovane è stata più volte rimproverata delle parole usate su Instagram a commento dell’eliminazione della Ricciarelli. Persino Alfonso Signorini ha speso parole dure nei confronti dell’accaduto. Poi, arriva una lettera:

“Ciao a tutti scrivo rammaricata per chiarire alcuni aspetti. Dopo l’ultima puntata non è uscito il meglio di me, e questo mi dispiace molto. Il mio è stato uno sfogo liberatorio dopo tutte le offese subite in sei mesi, che pensavo restasse solo sui miei social. Ma mi rendo conto che certe parole non vanno utilizzate perché potrebbero urtare la sensibilità di molte persone e io nonostante tutto non vorrei nemmeno che la stessa Katia potesse rimanere ferita da alcuni epiteti. Chiedo scusa per le eccessive parolacce al conduttore, al Grande Fratello e al pubblico, ma non c’era intenzione di cattiveria. Un semplice sfogo di una ragazza giovane che deve abituarsi ad avere a che fare con un pubblico così vasto”

Con queste parole la principessa tenta di giustificare il suo gesto, chiedendo anche pubblicamente perdono.
Di questa lettera è tornata a parlare la stessa Selassié che sostiene di non averla scritta a cuor leggero, così solamente per salvare la faccia ma:

“Mi hanno chiesto di mettere giù un pensiero e ho mandato quella foto. L’ho scritto con il cuore perché mi è dispiaciuto”

Sembra proprio che sia veramente dispiaciuta. Chissà se Katia Ricciarelli apprezzerà la sincerità e riuscirà a fare un passo indietro, seppellendo così l’ascia di guerra.