Bassetti si scaglia contro le misure uniche

Il medico di Genova, in una recente intervista si scaglia contro le misure uniche prese dal Ministero della Salute. Per il virologo ligure, una misura unica, comune a tutti i cittadini sarebbe inutile. L’ideale, spiega, sarebbe quello di analizzare caso per caso. Decidere quindi in base alle esigenze dei vari pazienti, calcolandone anche ulteriori variabili che potrebbero portare ad effetti collaterali indesiderati in alcuni pazienti:

“Noi dobbiamo passare dalla vaccinazione di massa, cioè una misura unica per tutti – tutti abbiamo fatto tre dosi, ne avevamo bisogno e meno male – a una vaccinazione individualizzata. Sei un ottantenne sano senza nessun problema di salute? Io francamente aspetterei settembre. Se sei un ottantenne o anche un settantenne che magari ha problemi al cuore, la bronchite cronica, magari anche un po’ obeso, va bene farsi la quarta dose. Fondamentalmente oggi dobbiamo individualizzare questo approccio. A settembre probabilmente tutti faremo una dose di richiamo”

Le perplessità su ulteriori dosi

I problemi potrebbero nascere anche dalla sovra-stimolazione del sistema immunitario.

“Io dico questo – ha spiegato – perché vorrei evitare che magari una persona sana, anche un ottantenne sano, facesse oggi la quarta dose e tra tre o quattro mesi la quinta. Ovviamente la stimolazione del sistema immunitario è importante, ma non bisogna neanche stimolarlo troppo. Questa è la mia unica perplessità basata sui dati scientifici provenienti dai Paesi che già fanno la quarta dose”.

Per evitare effetti collaterali e per non sprecare le preziosi dosi di vaccino (iniettandole a chi non ne ha bisogno), per Bassetti si dovrebbero abbandonare alcune misure e alcuni dogmi ormai sono diventati obsoleti con il passare dei mesi e il susseguirsi di diverse varianti:

“Io credo che noi siamo in una fase in cui alcuni capisaldi del 2020 dobbiamo lasciarceli alle spalle, dobbiamo tornare a fare la medicina che io ho imparato dai miei maestri sia pediatri che infettivologi. Quando un bambino aveva una forma influenzale, si diceva 3 giorni dopo la scomparsa dei sintomi ‘torni in comunità, torni a scuola, torni al lavoro’ e questo dobbiamo fare, evitare questo continuo ricorso al tampone. Siamo uno dei pochi Paesi che continua a farlo e siamo abbastanza ridicoli. Attenzione a continuare a declinare nel 2022 le stesse regole e gli stessi comportamenti che avevamo nel 2020, è un mondo diverso”

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