I funerali della piccola Elena
Qualche giorno fa si sono svolti i funerali della piccola Elena Del Pozzo. In molti si sono presentati per l’ultimo saluto alla piccola e per chi non avrebbe potuto essere presente, c’è stata la possibilità di seguirli tramite i social della chiesa dove questi si sono svolti.
I nonni paterni e materni erano visibilmente commossi alla visione della piccola bara bianca. All’entrata in chiesa, il feretro è stato accolto da un lungo applauso, poi è iniziata la funzione e l’omelia dell’arcivescovo di Catania è stata senz’altro particolare.
In molti hanno criticato le parole scelte dal monsignore durante il funerale. Di seguito ci sono i virgolettati di ciò che ha detto durante la funzione.
Le parole di monsignor Luigi Renna
“Tutti noi, come giudici, siamo pronti a lapidare sempre qualcuno che ha sbagliato. Ho letto su un muro della città una frase che chiedeva riposo eterno per Elena e tormento eterno per la sua mamma. Non credo che la piccola Elena sarebbe d’accordo con quelle parole, come ogni bambino”
Inizia così la sua omelia l’arcivescovo, che poi aggiunge:
“Non insegnare la violenza delle parole ai figli, né sui social, né sui nostri muri già abbastanza sporchi. Perché un bambino non è capace di concepire vendette, sedie elettriche, patiboli mediatici e, se impara queste cose, le impara da noi. Sforziamoci di seminare ciò che Cristo e ogni uomo di buona volontà spargono con abbondanza: misericordia, pietà, giustizia, dialogo, prevenzione d’ogni violenza. Solo così non ci saranno più funerali come questo”
Queste le coraggiose parole del monsignor Luigi Renna che ha cercato in ogni modo di spiegare agli astanti che l’odio non porta mai a nulla di buono. Poi ha continuato il discordo citando un famoso pedagogista polacco, invitando tutti a stare
“sulle punte dei piedi, per stare all’altezza dei bambini. Quando non mettiamo al centro i piccoli, perdiamo il metro per giudicare ciò che è importante”
Ma tutto ciò che nell’omelia aveva cercato di spiegare l’arcivescovo di Catania, è andato in fumo non appena la piccola bara bianca è uscita dalla chiesa. Infatti, in molti fuori dalla chiesa in quel momento hanno iniziato a gridare “Vergogna! Vergogna!” ovviamente nei confronti di Martina Patti.
Insomma, magari il dolore è ancora troppo grande per poter già parlare di perdono e di lasciar perdere la vendetta, o magari il tempo non c’entra perché non c’è proprio la volontà di perdonare la reo confessa.