Il 4 luglio c’è stata la sentenza riguardante i crimini di Gabriele e Marco Bianchi. Oltre al verdetto finale, spuntano fuori delle conversazioni dei due fratelli all’interno del carcere.

Cosa ha sancito la sentenza

I fatti li conosciamo tutti, e riguardano il massacro del 21enne Willy Monteiro, la notte tra il 5 e il 6 settembre del 2020, e due giorni fa finalmente, i giudici dopo essersi riuniti per ore in camera di consiglio, hanno emesso il loro verdetto.
La sentenza parla chiaro: ergastolo ai fratelli Bianchi, 23 anni di reclusione a Francesco Belleggia e 21 anni a Mario Pincarelli.

Le intercettazioni all’interno del carcere

Ma oltre la sentenza, le ultime novità riguardano delle intercettazioni che riguardano i fratelli Bianchi all’interno del carcere.

Marco Bianchi, riferendosi alle ostilità presenti nel carcere dice:
“Poi mi sento chiamà la mattina… “ao, a infame! A infame. Mannaggia.. ah infame! Mi hai spaccato il naso… il chiodo dentro al dentifricio… ogni cosa che succede, boooommm”

Il fratello Gabriele risponde a ciò:
“Devi stare attento, perché pure se dormi, quelli arrivano e ti zaccagnano”

Ma il primo, spavaldo, controbatte:
“Stai tranquillo, non vengono, sono mollicci”

Ma ci sono anche delle intercettazioni che esulato l’argomento carcere. Infatti ce n’è un’altra che riguarda la decisione del nome del figlio di Gabriele Bianchi.
La ragazza era in dolce attesa quando successe il fatto di Willy Monteiro, e ora la coppia non è ancora decisa sul nome. La ragazza, riferendosi alla nuora, gli dice:
“A lei tutti i nomi gli stanno bene ma quello no”

“Il 30 ottobre riesce la serie nuova di Suburra, si chiama: ‘Il ritorno di Aureliano’, non si può proprio chiamà. Vi contestano a voi proprio ogni cosa… lo stile di vita… di qua e di là, io vado a chiamà un figlio Aureliano? Lo so che non c’è niente di male, io, ma tu non ti rendi conto del fuori, Tesò. Cioè quello va a scuola, massacrato, appena arriva, tesò”

Così la compagna prova ad avanzare un’altra proposta, cercando di convincerlo come può:
“Leonardo, vuol dire forte come un leone”

Ma lui insiste:
“Non chiamate figlimo come un salame…aho, mi inc…zo come una bestia, eh”

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