Gabriele Paolini, il disturbatore più famoso del piccolo schermo

Tutti ricorderanno nel bene o nel male Gabriele Paolini.
Gabriele è stato uno dei primi disturbatori televisivi che purtroppo, ha spianato la strada a tante altre persone che hanno voluto emularlo.
Era l’incubo di ogni inviato che cercava di proporre in modo serio un servizio al telegiornale.
Inizialmente, si limitava ad essere presente nell’inquadratura, alle spalle del giornalista inquadrato, poi, mettendo alla prova i nervi degli invitati, iniziò anche ad esporre cartelli con scritte varie o a disturbare in maniera pesate i servizi, anche coprendo con la sua voce e i suoi slogan le parole dei poveri giornalisti che venivano presi di mira.
Di solito, l’azione di questi disturbatori ha carattere sporadico, Paolini invece, era diventato un vero e proprio maestro del disturbo, tanto da apparire moltissime volte sui piccoli schermi che tentavano di fornire alle case degli italiani informazioni sugli ultimi accadimenti.
I suoi comportamenti sono sempre stati sopra le righe sin dall’inizio.
Ora è in carcere ma non per la sua attività di disturbatore.
Il motivo dell’arresto è produzione di materiale esplicito per adulti e abuso di minore.

La condanna e il carcere

Al momento, si trova incarcerato nella Casa Circondariale Nuovo Complesso Rieti.
Nello scorso settembre del 2020, è stato condannato dalla Cassazione a 5 anni di reclusione.
Una notizia però sconvolge tutti: Paolini, nonostante il periodo di reclusione al momento sia relativamente breve, ha già tentato di suicidarsi.
Secondo i legali che lo stanno assistendo, l’avvocato Lorenzo La Marca e il suo collega Massimiliano Kornmuller, Paolini si trova:
“attualmente in una grave crisi psicodepressiva e per tale ragioni è stata disposta una misura di sorveglianza precauzionale a vista nei suoi confronti”
Tutto ciò per scongiurare che episodi simili si ripetano all’interno delle mura del carcere di Rieti. Al momento quindi, Paolini è osservato con un occhio di riguardo. L’obiettivo finale della detenzione delle carceri, è quello di rieducare alla vita sociale i detenuti.
Va da sé quindi, che la salute mentale deve essere accompagnata a quella fisica.

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