Il male che lo accompagna da anni
Il calciatore ex Sampdoria, inizia a parlare della sua malattia soltanto a partire dal 2018 in un’intervista rilasciata al Corriere dello Sport. La sua battaglia contro il tumore però, inizia un anno prima, nel 2017.
Vialli, quindi, stava da anni combattendo una battaglia contro il tumore al pancreas.
Per chi non lo sapesse, il pancreas è un organo dalla forma allungata, situato tra lo stomaco e la colonna vertebrale.
Quest’organo ha la funzione di produrre diversi ormoni, tra i quali spuntano l’insulina e il glucagone che hanno la funzione di regolare il livello degli zuccheri nel sangue. Oltre a questi ormoni, produce anche vari enzimi che sono fondamentali per la digestione e l’assorbimento dei vari nutrienti.
I sintomi, purtroppo, diventano evidenti solamente una volta che il tumore si è fatto strada e possono essere anche confusi con quelli di altre patologie meno gravi.
Gianluca racconta che, quando ne soffriva, la sua forma fisica non era più la stessa e che per nascondere questo male agli altri, doveva sempre mettere un maglione sotto la camicia.
Questo perché tra i sintomi del tumore al pancreas (oltre ai vari dolori che vanno a interessare la parte dell’addome e della schiena, vista la posizione dell’organo), può esserci una perdita importante di peso, perdita di appetito e una quasi perenne sensazione di stanchezza, nausea e vomito.
L’intervento e la nuova vita di Gianluca Vialli
Se il tumore si individua in tempo e si riesce ad intervenire prima che questo interessi altri organi limitrofi, inizia ad esserci qualche possibilità di vittoria sul cancro.
Per i più fortunati che riescono ad accorgersi in tempo di quello che sta accadendo al proprio corpo, il tumore può essere asportato chirurgicamente.
Ed è proprio quello che ha fatto l’ex calciatore di Juventus e Samp: si è sottoposto ad un intervento chirurgico e ben due cicli di chemioterapia, il primo durato 9 mesi, il secondo 8.
Passato questo periodo bruttissimo della sua vita, Vialli ne esce fuori cresciuto e molto più consapevole:
“Adesso mostro le mie paure con orgoglio, sono il simbolo di quello che ho passato”
Non si vergogna più del male che ha avuto e che ha combattuto.
Ci si può rilassare ma non sottovalutare questo male infame. Per questo motivo, dovrà sottoporsi ciclicamente a controlli di routine.
Fortunatamente, quello che è risultato dagli ultimi esami è che il tumore sembra averlo abbandonato definitivamente, dopo 17 mesi non ci sono più segni della malattia.
Ora, ha solo un pensiero in testa che è quello di fare del bene alle altre persone, di sostenere chi si ritrova senza volerlo a fronteggiare queste avversità:
“Io vorrei scrivere anche un’ultima storia, mi son tenuto questo mantra che dice ‘Io vorrei poter ispirare le persone e vorrei che la gente mi guardasse e mi dicesse ‘grazie a te non ho mollato’ quindi ho scritto questa storia”
Ed è proprio per questo che si racconta nel suo libro. Una biografia sui suoi anni passati insieme alla malattia che vorrebbe desse la speranza e la forza di affrontare questo male a chi, purtroppo, questo male deve combatterlo ancora tutti i giorni.