Dato il crescente numero di casi, è stata diramata la circolare del Ministero della Salute. Ecco come muoversi per fronteggiare un eventuale caso.

La crescente preoccupazione per il vaiolo delle scimmie

La nuova infezione, ha iniziato a circolare quasi subito dopo l’epidemia del Coronavirus. Ora, i casi sono arrivati a 505.
I numeri, sono in costante crescita e il genere particolarmente colpito è quello maschile.
Per scongiurare ulteriori danni, il Ministero della Salute ha diramato una circolare per istruire tutti i cittadini in caso dovessero imbattersi in un caso di vaiolo.
Questa nuova infezione, è causata dall’Orthopoxvirus, un virus molto simile a quello che ha provocato il vaiolo umano, dichiarato eradicato nel 1980 dall’Organizzazione mondiale della sanità.
A New York e San Francisco è già stato dichiarato lo stato di emergenza. In Italia invece, le regioni più colpite sono: Lombardia, Lazio, Emilia Romagna, Veneto e Piemonte, con particolare attenzione anche alla Campania.

Come affrontare un eventuale contagio

“In specifici contesti ambientali ed epidemiologici, sulla base delle valutazioni delle autorità sanitarie, potrebbe essere richiesta l’applicazione di misure quarantenarie”

Inizia così la circolare del Ministero. Continuano quindi le misure quarantenarie, prima con il Covid, ora con il vaiolo.

E anche per quanto riguarda i contatti diretti, le procedure rimangono le stesse:
“I contatti stretti devono essere identificati il prima possibile e informati della loro esposizione e del rischio di sviluppare l’infezione”

Ma fortunatamente, non tutti devono sottoporsi a quarantena in caso di contatto diretto:
“I contatti asintomatici che controllano adeguatamente e regolarmente il loro stato possono continuare le attività quotidiane di routine come andare al lavoro e frequentare la scuola (la quarantena non è necessaria)”

E continua:

“L’auto-monitoraggio prevede il controllo della febbre (almeno due volte al giorno) o di altri sintomi come il mal di testa, mal di schiena, linfoadenopatia, o eruzione cutanea da causa sconosciuta nei 21 giorni dall’ultima esposizione. Indicato anche di astenersi dalle attività sessuali per 21 giorni dopo l’ultima esposizione, igiene delle mani e respiratoria (coprire bocca e naso quando si starnutisce o tossisce, con fazzoletti monouso da smaltire correttamente e lavarsi spesso le mani); evitare il contatto con persone immunocompromesse, bambini sotto i 12 anni e donne in gravidanza per 21 giorni dopo l’ultima esposizione; evitare il contatto stretto diretto con animali, inclusi gli animali domestici, per 21 giorni dopo l’ultima esposizione”

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