La delicata situazione tra Ucraina e Russia, sta complicando e non poco gli accordi geopolitici stretti negli anni passati. Dopo l’attacco russo, c’è bisogno di attuare nuovi e funzionanti piani per non far soccombere l’economia.
Le mosse del governo Draghi
Poche ore fa è stato redatto il decreto sugli aiuti militari dove l’Italia invierà “in deroga” mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari” al fronte ucraino.
La validità di questo decreto scade il 31 dicembre di quest’anno, salvo uno scioglimento anticipato delle camere.
Ovviamente, suddetto documento non è pensato solamente per l’offensiva. Infatti, osservando cosa sta succedendo sul suolo ucraino, il decreto si impone di: “incrementare le misure di soccorso ed assistenza alle persone che, in maniera massiccia, stanno cercando e cercheranno rifugio nell’Unione europea”.
Sì, ma è un aiuto mirato e cioè “rivolto ad assicurare soccorso e assistenza alla popolazione ucraina sul territorio nazionale in conseguenza della grave crisi internazionale in atto”.
L’invio di questi aiuti ha come obiettivo principale l’aiutare in maniera concreta i civili che purtroppo potrebbero essere coinvolti in guerra.
In caso poi non bastasse, Draghi ha anche favorito “l’incremento di 13.000 posti dei centri straordinari che potranno essere attivati dai Prefetti (CAS) e un potenziamento di ulteriori 3.000 posti del sistema di accoglienza e integrazione (SAI)”.
Sono stati infine stanziati 10 milioni di euro per il Fondo per le emergenze nazionali al fine di organizzare ed attuare gli interventi più urgenti in materia di soccorso.
I dettami del governo per quanto riguarda il gas
Ma il decreto non si focalizza solamente sull’argomento militare.
C’è da prendere al più presto delle contromosse per quanto riguarda un ulteriore (e molto probabile) aumento del gas.
In questo decreto sugli aiuti militari, infatti sono anche presenti delle indicazioni d’emergenza per un possibile razionamento del gas.
“si autorizza, anche a scopo preventivo, di anticipare l’adozione di misure per l’aumento dell’offerta e/o riduzione della domanda di gas previste in casi di emergenza, una eventualità che al momento non corrisponde a quella in cui si trova il nostro Paese”
Nell’estratto viene ribadito che l’Italia non è ancora in stato di emergenza per quanto riguarda il gas, ma le misure verranno comunque attuate a scopo preventivo, proprio per scongiurare un’eventuale crisi che piegherebbe in ginocchio il paese.
Per questo motivo, si rende immediatamente attuabile il razionamento del gas utilizzato dalle centrali elettriche.
Al ministro della Transizione ecologica (Roberto Cingolani) viene affidato il compito di trovare delle risorse alternative all’uso di tale risorsa diventata molto pericolosa per l’economia italiana.
Il ministro Cingolani, dovrà attuare delle contromosse finalizzate ad aumentare la disponibilità di gas e la riduzione programmata dei consumi di gas previste dal Piano.
Per quest’anno, non c’è nessun problema di approvvigionamento, ma senza questo piano, senza la ricerca di fonti alternative, l’Italia non potrebbe sganciarsi dalla dipendenza del gas russo.