Spese correnti, personale e polizze a carico del Demanio, queste le conseguenze delle sanzioni. I beni, al termine del conflitto devono esser restituiti.

I beni sequestrati e il problema del Sy A

Con lo scoppio del conflitto in Ucraina, il governo italiano, insieme a quello dei maggiori stati europei, ha deciso di applicare una serie di sanzioni ai danni di tutti i sostenitori di Putin. Tra i più colpiti, ci sono gli oligarchi, i facoltosi russi che fino a qualche mese fa, possedevano ville, barche e proprietà varie in giro per i posti più belli e affascinanti d’Europa. Solamente in Italia, si stima un valore di beni confiscati di circa 1 miliardo.
Il problema più grande, risiede nel fatto che questa non è una vera e propria confisca, è solamente temporanea. I beni congelati dovranno poi esser riconsegnati ai cosiddetti oligarchi russi al termine del conflitto ucraino-russo.
Nel mentre però, l’incolumità dei beni fino a tale data, la garantisce lo Stato. Ciò comporta enormi spese di gestione da dividere per tutti i beni russi presenti sul suolo nazionale.
Un esempio su tutti è il “Sy A“, il più grande e costoso yacht (tra quelli a cui sono stati apposti i sigilli dalla Guardia di Finanza), un tre alberi, del magnate Andrej Melnichenko, senza più assicurazione e che per tale motivo, non può essere spostato di un centimetro.
Ai già noti problemi, se ne potrebbero aggiungere altri, in quanto dal Porto di Trieste, dal bacino dell’Arsenale San Marco, lo yacht deve assolutamente sgombrare l’area per far largo (entro il fine settimana) alla Norwegian Prima, una gigantesca nave da crociera che Fincantieri deve ultimare nei tempi previsti, pena: 600.000 euro per ogni giorno di ritardo della consegna.

Le possibili soluzioni che si potrebbero adottare

Per cercare di semplificare tale ingarbugliata situazione, lo Stato ha davanti a sé pochissime soluzioni.
Non è detto però che la scarsità di alternative, sia direttamente proporzionale alla qualità delle stesse.
La soluzione a cui si è pensato è la nomina di un amministratore che per affrontare le ingenti spese che si presenteranno in futuro, può adottare due strade diverse.
La prima, quella meno conveniente per lo Stato e per i suoi cittadini, sarebbe quella di ricorrere a un fondo dello Stato.
La seconda invece, cerca di far fruttare i beni stessi, affittandoli.
Non è una storia nuova. Beni di questo tipo, sono sfruttati dai loro proprietari solamente in un piccolo lasso di tempo durante l’anno, per il resto dei mesi vengono affittati, proprio per evitare che si rovinino per non esser stati sfruttati abbastanza.
Dunque l’Agenzia del Demanio, se il conflitto si prolungasse più del dovuto, potrebbe nominare degli amministratori che affittino tali beni fino alla fine delle ostilità.

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