Con i tempi che corrono purtroppo, per quanto riguarda le notizie relative alla recente pandemia, possiamo solo che affidarci al parere dei medici e dei gruppi scientifici selezionati e finanziati appositamente per studiare gli effetti dei tanto discussi vaccini e il loro grado di efficacia nel tempo.
Quanto c’è da preoccuparsi?
Soprattutto sul finire dello scorso anno, quando venne annunciata la necessità di una terza dose, molte persone hanno iniziato a storcere il naso e a farsi sorgere qualche dubbio in più riguardo l’effettiva efficacia delle dosi di vaccino. Questi dubbi, sono stati inconsciamente fomentati da una crescente paura riguardo il numero delle dosi da fare: molte persone, in Italia, sono sfiduciate e sconfortate al pensiero che le probabili dosi da fare non siano finite, i più estremisti invece, arrivano addirittura a pensare che non finiranno mai.
Ciò è quello che potrebbe confermare il recente studio americano riguardante l’efficacia dei vaccini nei quattro mesi successivi alla somministrazione della terza dose.
Secondo questo studio pubblicato dai Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) anche chi ha fatto la terza dose non è completamente immune agli attacchi del Coronavirus, infatti, già dopo quattro mesi, la dose booster perde di efficacia, passando dal 91% al 78% e aumentando così anche il rischio di un eventuale ricovero.
Il dato che si può notare e che precisano anche gli scienziati è che la percentuale del dato comunque rimane alta, confermando così la necessità di somministrare la terza dose.
Tutti i dati sull’effettiva efficacia della terza dose
Questa ricerca parte dall’agosto del 2021 e copre un lasso temporale di circa sei mesi (fine gennaio 2022) e posa l’attenzione su dieci stati.
Sono stati osservati dai ricercatori circa 240mila visite per Covid e oltre 90mila ricoveri.
Quello che hanno evinto dai dati osservati è che l’efficacia della dose a circa due mesi dalla somministrazione è scesa all’87%, mentre in chi era vaccinato da più di quattro mesi, aveva un’efficacia del 66%. Questi dati sono l’effetto dell’entrata in gioco della variante Omicron, ma per questo motivo gli scienziati confermano che non sono del tutto inutili le dosi booster in quanto contrastano in maniera efficace la forma grave della malattia.
Molti si staranno chiedendo, quindi, se sarà necessaria un’eventuale quarta dose.
Al momento l’Ema (European Medicines Agency) smentisce la necessita di un’ulteriore dose, almeno non ai soggetti che non appartengono alle categorie più fragili o a rischio. Per confermare il tutto però si attende ancora il parere dell’Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco) che su questo argomento non si è ancora pronunciata.
Dal Bollettino del Ministero della Salute, in Italia fino a ieri, si contavano 70.852 nuovi casi di positività, in calo rispetto ai 101.864 dello scorso martedì, quindi la riduzione (considerando il tempo di una settimana) è del 30%. Le terapie intensive sono 54 in meno (1.119 in totale) e i ricoveri ordinari anche sono scesi a 15.602, ben 448 in meno.