Con il nuovo anno sembra che i tempi duri per i medici e il personale medico stiano finendo. A causa del Covid il personale sanitario è stato messo a dura prova.
Quando ci sarà la protesta
La manifestazione (che ha tutta l’intenzione di essere a carattere pacifico) avrà luogo i primi giorni di marzo, più precisamente l’uno e il due del mese.
La durata dovrebbe essere di sole quattro ore e interesserà la fascia oraria mattutina, iniziando dalle 09:00 e finendo alle 13:00, per ora di pranzo.
Grazie a una nota congiunta, le organizzazioni sindacali SMI (Sindacato dei Medici Italiani) e SIMET (Sindacato Italiano Medici del Territorio) hanno convocato la manifestazione proprio nella capitale, a Roma.
La motivazione della scelta del luogo è di facile intuizione: nella città romana è sito il Ministero della Salute (con ministro Roberto Speranza). La protesta interesserà la sede del ministero (quella allocata in via Lungotevere Ripa, 1) e non la sede centrale (che si trova in via Giorgio Ribotta, 5).
Di conseguenza, a causa di questo sciopero generale indetto dai già citati sindacati, tutti gli studi medici saranno chiusi martedì primo marzo e mercoledì due.
Le motivazioni dei medici
Come già accennato, con il 2022, grazie alla vaccinazione massiccia avvenuta nel nostro paese e grazie anche alle misure preventive prese dal governo per combattere questa inaspettata pandemia, i medici e il personale sanitario possono sperare di ottenere un minimo di riposo.
Con la preoccupazione riguardante la letalità del Covid che va sempre più scemando, iniziano a venir fuori i primi problemi che lo stato di emergenza ha trascinato con sè.
In primis, la protesta toccherà la tematica dei carichi di lavoro insostenibili: ora che lo stato d’emergenza sta finendo, non c’è più la necessità da parte dei medici di sostenere dei turni di lavoro che coprono quasi tutta la giornata (soprattutto perché con la stanchezza, è molto più facile fare errori e con la responsabilità che ha il personale sanitario, sarebbe meglio togliere qualsiasi variabile contraria a uno svolgimento ottimale del loro lavoro).
La protesta avrà la funzione di rivendicare i diritti ormai tolti dalla pandemia come: ferie, maternità, malattia. Ora che non c’è più bisogno di correre da una terapia intensiva e l’altra, è normale che vogliano anzi, debbano riposarsi. Per fare ciò chiedono anche materie di sostegno ad handicap e delle sostituzioni per ottenere qualche giorno a casa.
In sintesi, tutte le proteste nascono dalla base di carichi di lavoro ormai diventati insostenibili e anche per i mancati indennizzi alle famiglie dei colleghi deceduti per Covid.