Home Blog Pagina 172

Cittadini arruolabili per la guerra tra Russia e Ucraina

0

Con la guerra alle porte, potrebbe accadere l’inevitabile. La chiamata alle armi potrebbe riguardare tutti se la situazione nell’Europa orientale non migliorerà. Con Kiev che sta per essere presidiata da Putin, la NATO (e quindi gli stati aderenti al trattato dell’atlantico) potrebbe ricorrere a soluzioni estreme.

La situazione del secondo giorno di guerra

Nel momento in cui è stato scritto quest’articolo, è trascorso il secondo giorno di guerra. La disputa è scoppiata a causa dei recentissimi attacchi della Russia in Ucraina, nel tentativo di ridisegnare i confini tra i due paesi. Quello che in molti credono, è che tutto ciò sia una mossa del leader del Cremlino per ribadire ancora una volta la sua egemonia sul versante est europeo.
Un’invasione del genere non si vedeva da anni. Dobbiamo tornare indietro con la memoria, fino al 1939, dove Germania e Russia invasero la Polonia dando inizio alla Seconda Guerra Mondiale.
Di diverso da quei giorni c’è la diplomazia, fortunatamente. La NATO, prima di contrattaccare direttamente con le armi spiegate la Russia, sta provando a percorrere la strada delle sanzioni per intimare il leader russo al ritiro delle sue truppe armate dal suolo ucraino. Purtroppo però, il Cremlino non sembra intenzionato a cedere il passo.
Nel mentre che va in scena questo pericolosissimo braccio di ferro tra la Russia e la NATO, parecchi civili in tutta Ucraina, ma specialmente a Kiev stanno perdendo la vita. Sono interminabili le code di auto che fuggono via dalle strade della capitale ucraina.

E l’Italia che posizione ha preso a riguardo?

Ovviamente, essendo membro della NATO, l’Italia in caso di conflitto, sarà in prima linea per aiutare gli alleati.
Se le sanzioni alla Russia non dovessero funzionare e se quindi il conflitto non si placherà nei prossimi giorni (speriamo) o mesi, il nostro ordinamento giuridico prevede la possibilità di poter arruolare qualsiasi tipo di cittadino.
Anche se la leva obbligatoria in Italia è stata abolita da anni, ci sono dei rari casi in cui un cittadino sarà costretto dalla sua nazione ad imbracciare un fucile. Ad esempio, si può essere costretti a partecipare alla guerra se c’è penuria di personale militare, una guerra (appunto) o una crisi internazionale.
Le esenzioni sono veramente rare. Infatti, non sarebbero arruolati i cittadini dai 17 ai 45 anni che siano figli o fratelli di militare deceduto in guerra, fratelli di militare deceduto durante la prestazione del servizio, vedovi o celibi con prole, arruolati con prole, unici fratelli che convivono con disabile non autosufficiente, primo figlio maschio di genitore invalido per servizio o caduto in servizio, terzo o successivo figlio maschio se almeno i due fratelli nati prima avevano già assolto completamente il servizio di leva, responsabili diretti della conduzione di impresa familiare e chi ha difficoltà economiche o familiari con responsabilità lavorative.

Roberta Ragusa: il diario che racconta le atrocità subìte

0

A distanza di anni, si torna a parlare di Roberta Ragusa. L’imprenditrice scomparsa 10 anni fa, della quale ancora non si trova il corpo. Il ritrovamento del suo diario, svela delle verità che fino ad oggi erano rimaste sepolte.

Com’è andata la vicenda

La sera stessa del naufragio della Costa Concordia, il 13 gennaio del 2012, Roberta Ragusa sparisce senza lasciare tracce. Era mamma di due figli, all’epoca aveva 44 anni e proveniva da Gello di San Giuliano Terme.
Il suo cadavere non è mai stato ritrovato, anche se le vicende processuali collocano la sua morte poco prima di mezzanotte (nella sera della sua scomparsa).
A colpirla a morte (con un colpo alla testa) sarebbe stato il marito Antonio Logli che poi avrebbe nascosto il corpo. Il processo è avvenuto e Antonio è stato condannato a 20 anni di reclusione per femminicidio.
Il movente non è stato passionale. Il marito temeva la sua situazione finanziaria una volta separato da Roberta, in quanto quest’ultima avrebbe avuto l’intenzione di troncare i rapporti.
I motivi che spingevano Roberta a chiedere la separazione erano chiari:

“Non ti ricordi mai nulla –non un fiore, neanche quando è nato il primo figlio e sarebbe stato così anche alla nascita della bambina, se non te lo avesse suggerito un’altra persona. Anche oggi per esempio, non ti sei ricordato il nostro anniversario. L’ennesima delusione. Non importa, non più”

Queste righe ritrovate sul diario di lei, testimoniano che tra i due il rapporto non era idilliaco e che anzi, Roberta ne soffriva sempre di più, fino a quasi non poterne.

I racconti del diario di Roberta Ragusa

Solitamente su un diario ci si appunta tutto ciò che ci accade nella vita. Che sia dettagliato o meno il racconto, non è importante. L’importante è sfogarsi nero su bianco una volta tornati a casa se la giornata è stata eccessivamente pesante o scrivere giusto qualche appunto se invece la giornata è stata buona.
Il diario di Roberta però, purtroppo, è una raccolta di drammi. Ogni suo pensiero negativo era appuntato lì.
Il suo dramma più grande è stato il segreto che si è portata fino alla fine dei suoi giorni. Possiamo conoscerlo solamente grazie a questo diario che è stato miracolosamente ritrovato intatto.
Leggendo tra le righe, apprendiamo che Roberta aspettava un bambino da Antonio, suo marito.

“Ho perso un figlio e Antonio non mi dice neanche ciao”.
“Ho paura di stancare chi mi sta intorno con i miei continui pianti, specialmente mio marito”.
“Il mio bambino è morto, me l’hanno dovuto ammazzare. Piango molto. Non riesco a fare niente. Mi sento così sola”

Non solo, da queste righe possiamo apprendere anche l’epilogo burrascoso che la gravidanza ha avuto. Non si sa bene chi, ma si capisce benissimo che l’aborto non è stato naturale, anzi. Non spiega neanche il perché di tale gesto e chi ha voluto una sorte simile per il suo pargolo.
Queste frasi però, rimarcano in maniera pesante la crisi col marito, Antonio. Che sia stato proprio lui a decidere che Roberta non avrebbe dovuto avere quel bambino?

La decisione di Draghi sui movimenti russi

0

Sono ore bollenti quelle che precedono il discorso di Draghi, invitato dai partiti ad esprimersi sui recenti accadimenti russo-ucraini. L’Italia è da lunghi anni, uno stato membro della NATO, quindi le sue idee riguardanti la politica estera, sono di facile prevedibilità. Infatti, Draghi nel suo discorso esordisce con:

“L’Italia condivide la posizione più volte espressa anche dai nostri alleati di voler cercare una soluzione pacifica alla crisi, ho sempre pensato che qualsiasi forma di dialogo dovesse essere sincero e soprattutto utile, ma l’esperienza di questi giorni mostra che le azioni del governo russo rendono questo dialogo nei fatti impossibile. L’Italia, l’Unione Europea e tutti gli alleati chiedono al presidente Putin di mettere fine immediatamente allo spargimento di sangue e di ritirare le proprie forze militari al di fuori dei confini internazionalmente riconosciuti dell’Ucraina, in modo incondizionato”.

Il vertice con il G7 per fare il punto della situazione

Il premier è stato convocato in via del tutto eccezionale a Bruxelles per un consiglio europeo straordinario. Data la gravità della situazione, a questo vertice parteciperà anche Stoltenberg, il segretario generale della Nato.

“In quella sede decideremo un pacchetto di sanzioni molto dure nei confronti della Russia. Avevamo ribadito in tutte le sedi di essere pronti a imporre conseguenze severe nel caso la Russia, come è purtroppo accaduto, avesse respinto i nostri tentativi di risolvere la crisi per via politica. Questo è il momento di metterle in campo. L’Italia è pienamente allineata ai partner su questa posizione”

Le azioni che seguiranno il vertice

Non solo le sanzioni. Putin non sembra essere minimamente preoccupato dalle sanzioni che America e Europa vogliono imporgli. La Nato, dal canto suo, non esita ad affondare il colpo.
Nel vertice di Bruxelles, gli alleati studieranno un piano di coordinamento delle forze armate, per potenziare al più presto le misure di sicurezza sul fianco europeo orientale.
Draghi, intanto, inizia ad istruire i ministri degli esteri e della difesa (Di Maio e Guerini) sulle contromisure della Nato che ha intenzione di seguire.
L’ipotesi più probabile è che l’Italia si accodi alle decisioni di Bruxelles e che il governo vari un decreto per un nuovo dislocamento delle truppe italiane in Ucraina.

“Il governo intende lavorare senza sosta per risolvere questa crisi. Abbiamo accanto i nostri alleati, l’Europa, gli Stati Uniti e molti altri paesi. Insieme, faremo tutto il necessario per preservare la sovranità dell’Ucraina, la sicurezza dell’Europa, l’integrità dell’ordine internazionale… ordine che è basato sulle regole e sui valori da noi tutti condivisi”

Rai1 ripulisce il palinsesto: ecco i programmi che verranno eliminati

0

Ebbene si, dopo anni, Rai1 decide di dare una “riordinata” al suo palinsesto, mettendo via i programmi che hanno funzionato meno.

La tv italiana in continua evoluzione

A chi più e chi meno, piccolo schermo ci ha sempre accompagnato durante la nostra crescita. Abbiamo visto l’alba e il tramonto di programmi storici ma anche di programmi che guardavi e chiedevi “ma come fanno a passarli in Rai!?”.
La tv negli ultimi anni sta affrontando un’evoluzione che non ha precedenti. Il distacco dalla vecchia tv non è poco, non si tratta ad esempio di passare da una tv in bianco e nero ad una a colori.
Questa evoluzione ha un connotato di rivoluzione. Si, perché cambia completamente il modo di fruire il mezzo.
Oggi, dove tutto è più veloce, anche i programmi hanno bisogno di essere svecchiati, di essere sempre aggiornati sulle ultime tendenze e devono saper catturare l’attenzione di un pubblico che è sempre più distratto tra altri canali e (addirittura) altri dispositivi.
L’offerta di programmi da parte della Rai (negli ultimi anni) è sempre stata più che discreta. Ma in quanto “offerta”, deve anch’essa sottoporti alle leggi del mercato: se un programma non va come dovrebbe, deve essere cambiato in barba ai sentimentalismi. Purtroppo in questo mondo sempre più attaccato ad un pensiero capitalistico, il ragionamento di base è: “facendo questo, cosa ottengo?”. Non è più importante cosa effettivamente un programma propone, se il suo palinsesto interno è valido, ma se viene seguito o meno.

I programmi che verranno cancellati

Prima di essere cancellati, i programmi passano per una sorta di “purgatorio”, dove, per un determinato lasso di tempo, si prova a “recuperare” e lasciare in vita il suddetto programma.
A quanto pare, in Rai ci sono due programmi che questo purgatorio non l’hanno superato, anzi, sono proprio sprofondati nell’oblìo.
Stiamo parlano, ad esempio, di “Dedicato“, trasmissione condotta da Serena Autieri, che andava in onda nei giorni feriali dalle 09:55 alle 11:25. Dati i pochi ascolti, il recupero di tale programma, viene affidato alla fascia oraria che va dalle 14:00 alle 15:55 del sabato.
Gli ascolti non crescono e stando alle parole di Davide Maggio, il programma verrà eliminato nelle prossime settimane.
Un altro programma che sparirà dai palinsesti Rai, è “Uno weekend“, spin-off estivo di Uno mattina estate. La passata edizione era stata condotta da Beppe ConvertiniAnna Falchi.

La guerra vista dalla Cina

0

In queste ore, tutti i media ed anche internet, sembrano avere un solo argomento da trattare: la Guerra tra Ucraina e Russia.

La situazione russo-ucraina

Anche se solamente in queste ultime ore l’attenzione di ogni notiziario è concentrata sulla situazione che sta interessando l’est europeo, la crisi russo-ucraina ha origine parecchi anni fa. Infatti, già otto or sono, nel febbraio 2014 i rapporti tra le due nazioni hanno iniziato ad incrinarsi.
I motivi della contesa, riguardano lo status della Crimea e della regione del Donbass, che è tornata prepotentemente come argomento principale dell’agenda setting di tutti i media, a causa delle ultime vicende. A questa situazione già complicata di suo, c’è da aggiungere anche la possibilità dell’Ucraina di staccarsi completamente dal controllo russo, grazie alla volontà della stessa Ucraina di aderire alla NATO (North Atlantic Treaty Organization), l’organizzazione internazionale che si occupa della collaborazione nel settore della difesa.
Nella regione del Donbass, al momento ci sono quasi solamente case distrutte e persone in fuga. L’esodo ucraino è testimoniato dalle file interminabili di macchine che scappano da Kiev, la capitale e città simbolo della nazione. I veicoli militari russi hanno varcato i confini ucraini attraverso la Crimea, zona chiave per i russi in questo braccio di ferro tra Putin e Zelens’kyj.
Ma il conflitto non è sempre stato così aspro. Ci sono molti trattati stipulati tra le due nazioni che testimoniano che più o meno, per evitare i conflitti, un accordo c’è sempre stato. Ovviamente gli accordi andavano sempre più a favore della Russia. Infatti negli anni passati, in uno di questi è stato permesso alla Russia di dislocare forze armate in Crimea. Fatto taciuto alla popolazione che, inizialmente, ha creato non pochi incidenti.
Già nel 1997 però, con un secondo trattato, si intimava la Russia di evacuare le truppe che assediavano la Crimea. Ovviamente la Russia non pianificò mai un vero e proprio ritiro di quest’ultime.
Fino a quando, nel 2010, Janukovyč rinnovò la concessione delle aree militari alla Russia sino al 2042, in cambio di tassi agevolati per quanto riguarda l’acquisto del gas.

La posizione della Cina

La vicina di casa della Russia, la Cina, a quanto pare sta ancora osservando le mosse dei due litiganti, senza però muovere alcun dito.
Ora che anche gli Stati Uniti si sono mossi e hanno preso voce in capitolo, tutti aspettano col fiato sospeso le intenzioni di quella nazione rossa, che potrebbe riequilibrare gli schieramenti o che potrebbe invece far pendere l’ago della bilancia a favore di Putin.
Al momento, la NATO sostiene gli sforzi ucraini, la Russia è sola.
Il ministro degli esteri cinese, per quanto riguarda la fornitura di armi da Pechino a Mosca, a domanda risponde:

“La Russia è un grande paese” e poi continua: “Non ha bisogno di nostre armi”

Facendo così intendere la posizione neutrale che la Cina vorrebbe adottare, almeno in queste prime fasi del conflitto.
Però, c’è da dire che non chiude sicuramente ad un possibile accordo con Putin.
Infatti, la visione del governo di Xi Jinping è diversa da quella a stelle e strisce: secondo la Cina, gli USA in questo momento stanno rifornendo di attrezzature militari l’Ucraina.
Per questo motivo, in caso il conflitto si allarghi, Pechino resterà neutrale.