Il comportamento dei fratelli Bianchi

Tornano a far parlare di sé i Fratelli Bianchi.
Sono i famosi fratelli Marco e Gabriele arrestati e condannati per omicidio preterintenzionale del povero 21enne Willy Monteiro Duarte.
Nel 2020 mentre tutto nel mondo stava per cambiare a causa del Coronavirus, Willy si trovava nel posto sbagliato al momento sbagliato. Era un ragazzo solare, che giocava a pallone e tifava la Roma. Nonostante i suoi 21 anni, aveva un sogno ben preciso: quello di fare il cuoco.
Come ricorderete, il giovane 21enne di origini capoverdiane, si avvicinò ai pericolosi fratelli Bianchi solo per salvare un amico sedando la rissa che si era venuta a creare con i due.
L’effetto che ottenne, non fu quello che sperava.
Lo presero di mira, lo picchiarono nonostante non opponesse resistenza. Lo picchiarono senza pietà. Iniziò Gabriele con un calcio al torace e finì Marco picchiando il ventunenne già accasciato a terra con svariati colpi, fino a farlo morire.
Non sono mai stati abituati alle buone maniere: anche lo zio è in carcere ora non per omicidio ma per droga. Arrestato nel dai carabinieri di Colleferro per un cumulo di pene per reati di droga.
Non a caso, i motivi della rissa che Willy cercava di sedare, riguardavano un debito (di appena venti euro) che il suo amico aveva con i fratelli di Colleferro.
Infatti, anche i due erano coinvolti come lo zio in un giro di droga. Avevano creato un giro di terrore tra Artena, Lariano e Velletri. Spacciavano per lo più cocaina, ottenendo ciò che volevano ricorrendo spesso alla violenza.

Cosa è successo in aula

Negli ultimi mesi, si è tornato a parlare di quando i due fratelli venivano processati e, tra le mille voci, c’è stato anche qualcuno che ha avuto il coraggio di dire le cose come stavano realmente: “i fratelli Bianchi ridevano mentre assistevano al massacro”.
Si, perché Willy non è stato il primo a essere pestato dai due criminali (oggi condannati per omicidio). Prima di quel maledetto settembre del 2020, i due avevano già accumulato denunce per reiterata violenza, tentativi di estorsione e spaccio di cocaina. Avevano creato un regime di terrore e omertà intrattenendo legami con la criminalità.
Avevano subito una condanna di 5 anni e 4 mesi di reclusione (per traffico di droga e tentata estorsione, appunto) già prima dell’omicidio di Willy.
Chissà se quelle risate che facevano mentre il povero 21enne veniva picchiato erano causate dall’ignoranza della gravità di cosa stava accadendo o se invece sono state conseguenza del sadismo insito in loro.

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