È stato firmato il decreto che tanto spaventa l’Europa intera. Potrebbe cambiare le sorti geopolitiche del vecchio continente

La situazione attuale tra Russia e Ucraina

Non sembra cambiare la situazione nel territorio ucraino. La parti sono ancora distanti, non riescono a trovare nessun tipo di accordo.
A questa situazione di stallo, si è inserita qualche ora fa la Cina.
Ovviamente, la presa di posizione della Cina non è avvenuta in modo concreto. Pechino fino ad oggi è rimasta sempre ad osservare ciò che stava accadendo vicino ai suoi confini, senza mai esporsi.
Nelle ultime ore però, il ministro degli esteri cinese, ovvero Zhao Lijian, ha preso una posizione netta nei confronti del conflitto. Il suo pensiero sull’origine di queste rappresaglie pende molto dalla parte russa. Infatti per Zhao, l’invasione di Putin è stata una semplice conseguenza delle azioni provocatorie della NATO che ha provato a tutti i costi di espandere la sua influenza fino ad arrivare a ridosso dei confini russi (anche per piazzare le sue basi militari).
Intanto, mentre si fanno chiacchiere e si leggono dichiarazioni accusatorie, il fuoco non smette di cessare.
Nonostante ciò, in Turchia, più precisamente ad Antalya poche ore fa, c’è stato un incontro diplomatico tra il ministro degli esteri russo Sergej Lavrov e il suo omologo ucraino Dmytro Kuleba.
Anche quest’incontro si è concluso con un nulla di fatto. A destare scalpore sono solo le parole di Lavrov che giustifica l’invasione, definendola come “un’operazione militare per la sicurezza della Russia”.

Il decreto su import-export della Russia e le sue conseguenze

Le nazioni unite sotto il nome della NATO, per evitare il conflitto aperto, hanno diramato delle sanzioni molto pesanti per lo stato con a capo Putin. Lo scopo delle sanzioni è quello di fiaccare il Cremlino e farlo desistere a continuare una guerra pericolosissima.
Al momento non sembrano avere effetto, anche se per vedere le conseguenze di queste queste manovre, bisogna attendere qualche settimana.
Di tutta risposta, Il primo ministro russo, Putin, risponde con un decreto che stabilisce con quali paesi la Russia potrà continuare a intrattenere rapporti di import-export.
Molto probabilmente, l’Italia sarà uno di quei paesi a cui questo diritto verrà negato.
Infatti, la nostra nazione compare già nella lista dei paesi ostili alla Russia, a causa dell’invio di armi e altri aiuti all’Ucraina.
Ciò che verrà vietato di esportare in Russia saranno i prodotti dei settori in cui l’Italia va molto forte, e cioè: moda (e quindi anche abbigliamento), prodotti chimici, farmaceutici e macchinari industriali. L’Italia da tutto ciò, riuscita a “racimolare” ben 2 miliardi di euro.
Ciò che invece sarà vietato importare nella nostra nazione, saranno: argilla, caolino e vari metalli tra cui alluminio, ferro e acciaio.
Fortunatamente l’Italia riesce a sopperire facilmente al divieto di importare metalli, in quanto le quantità importate sono basse.
Il discorso però è molto diverso per quanto riguarda il gas e il petrolio.
Interrompere il rapporto import-export per questa materia prima non conviene a nessuna delle due parti.
L’Italia si rifornisce di queste materie prime quasi esclusivamente dalla Russia.
La Russia, invece, se dovesse chiudere i rubinetti all’Europa, perderebbe ben 10 miliardi di euro all’anno!

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