Oltre a fare i conti con il rincaro della benzina, grazie ad un giovane gestore (rimasto anonimo per ovvi motivi), viene alla luce anche la truffa pensata da alcune pompe di benzina.

Il rincaro del carburante e il malumore generale

Il malumore serpeggia nelle ultime ore tra gli automobilisti di tutt’Italia. Il carburante è arrivato a costare oltre i due euro al litro e la paura più grande è che nel giro dei prossimi giorni possa arrivare a sfiorare (se non raggiungere) i tre euro al litro.
Sono lontani ormai i prezzi bassissimi registrati durante la pandemia.
Storicamente, l’aumento del prezzo del carburante è sempre aumentato durante i conflitti di guerra.
In molti ormai pensano che il governo debba fare qualcosa per abbassare tale rincaro.
Da giorni, serpeggiano anche accuse di speculazione, visto che in altri paesi europei, la benzina viene pagata molto meno.
La speranza più grande è che ci sia, almeno nel medio termine, una diminuzione del prezzo. La realtà dei fatti però, dice tutto il contrario. Più si protrarrà il conflitto, più la situazione rimarrà tale.
Giovanni Berritto, presidente della Federconsumatori della Campania, tuona:

“L’invasione dell’Ucraina c’entra poco con gli aumenti, infatti se andiamo un po’ a ritroso nel tempo vediamo che gli aumenti già erano avvenuti, sostanziosi aumenti per quanto riguarda in modo particolare materie energetiche per l’autotrazione: gasolio e benzina.”

Gli aumenti in una situazione critica come queste però, sono inevitabili. Ma potevano sicuramente essere gestiti in modo diverso, ad esempio attraverso una gestione diversa delle accise da parte del governo italiano. Per questo continua con:

“Gli aumenti che sono avvenuti potevano essere attutiti con un’operazione che avrebbe dovuto fare il governo italiano, rispetto a quelle che sono le accise. Le accise sono prelievi che riguardano attuazione di scopi. Sono state messe nel momento in cui ci sono state delle catastrofi in Italia […] ma in modo particolare c’è qualche accisa di molti anni fa come la guerra in Abissinia che è stata posta ma non è stata mai tolta.”

La vera e propria truffa messa in atto dalle pompe di benzina

Oltre a tutti questi rincari obbligatori, in una situazione di crisi come questa, c’è chi si approfitta dei poveri cittadini costretti a prendere la macchina per necessità, come lavoro e spesa.
I così detti “furbetti del carburante” sono proprio i benzinai stessi, a volte anche appoggiati dagli stessi gestori delle pompe di benzina.
Bisogna fare molta attenzione perché i metodi per truffare i clienti che vanno a fare benzina, sono diversi.
Scopriamo queste piccole truffe, grazie ad un benzinaio che ha voluto rimanere anonimo.
Uno dei più usati, è la vera e propria manomissione del distributore, e quindi è il distributore stesso che emette meno benzina di quanto risulta sul display.
Se la pompa è manomessa per emettere dal 3% al 4% in meno di carburante ogni 100 litri, almeno 3 litri posso essere rivenduti in maniera illegale, fino a far guadagnare al gestore fino a 4.500 euro al mese.
L’altra truffa molto in voga in questi ultimi giorni, è il più pericoloso in quanto sia il gestore che il benzinaio sono in combutta.
Questo metodo frutta il blocco della pistola erogatrice: quando una macchina fa il pieno, il benzinaio mette un fermo alla pistola in modo che questa non si azzeri. Così se un’auto facesse 15 euro di benzina e quella subito dopo 50, al momento dell’erogazione della benzina per questa seconda vettura, il contatore della pompa parte da 15 euro al posto di 0, rifornendo quindi la vettura di solamente 35 euro (all’insaputa del cliente appena truffato).

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