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Ancora un obbligo per gli italiani: ecco di che si tratta e le sanzioni

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Nonostante i mille cambiamenti portati dall’emergenza Covid, le novità per quanto riguarda le normative non sembrano finire. Negli ultimi anni, abbiamo assistito ad una proliferazione piuttosto insolita di norme, leggi e disegni di leggi.

Di cosa si tratta e a chi è rivolto: tutti i dettagli del nuovo provvedimento.

Questo provvedimento sarà significativo e cambierà le abitudini di parecchi italiani, soprattutto di quelli muniti di una patente di guida.
Nei prossimi mesi, più precisamente nell’estate di quest’anno, entrerà in vigore questo nuovo obbligo.
Fortunatamente è qualcosa che si esula dalle restrizioni introdotte a causa dello stato di emergenza avuto negli ultimi due anni, però a differenza di questi, il nuovo obbligo sarà permanente.
La notizia, rimbalzata su molti siti e descritta nel dettaglio da Tg24.sky.it dal 6 luglio 2022 sarà obbligatorio per legge avere all’interno della propria vettura, la famosissima Black Box. Questa altro non è che la stessa “Scatola nera” che viene già oggigiorno usata (per legge) sui treni e sugli aerei per monitorare lo stato di salute del veicolo e che registra i dati principale della marcia del mezzo.
Questo nuovo oggetto, sarà utilizzato al fine di ricostruire la situazione che si è presentata in caso di guasti o incidenti. Quindi, non è altro che uno strumento di monitoraggio montato direttamente nel veicolo dai meccanici e sarà inevitabile in tutte le future auto che verranno immatricolate a partire da questa data di luglio.
Dl 2024 poi, l’apparecchio verrà aggiornato per incentivare la sicurezza alla guida e con questo aggiornamento verranno introdotte altre novità come: la registrazione di altri parametri raccolti da altre apparecchiature come l’alcol block, l’adattamento intelligente della velocità, il mantenimento della corsia, l’avviso anticolpo di sonno e la frenata automatica di emergenza.
Oltre ad essere strumenti molto utili per la sicurezza alla guida, aiuteranno di molto a chiarire le dinamiche degli eventuali (e si spera in numero sempre minore) incidenti che avverrano.

L’obbligo e le sanzioni eventuali per chi non ha intenzione di rispettarlo

Si troverà sotto il sedile del conducente e non sarà possibile in alcun modo manipolarlo o toglierlo. Solo le forze dell’ordine potranno metter mano alla scatola ma non sempre, solamente in caso di incidenti di grave entità.
Sarà obbligatoriamente presente in tutte le macchine che saranno messe in commercio nell’estate di quest’anno.
Se la vostra auto non ne è provvista, non si corre alcun rischio di esser additati come “fuorilegge”, infatti questo provvedimento non ha carattere di retroattività e quindi la scatola non dovrà essere per forza montata nelle auto che al momento dell’acquisto ne erano sprovviste.
Ma a dirla tutta, non saranno stabilite alcune sanzioni neanche per chi, acquistando l’auto dopo il 6 luglio, al termine di un eventuale controllo delle forze dell’ordine, si accorgerà che il suo veicolo ne è sprovvisto, infatti, la responsabilità di questa mancanza, non ricadrà in alcun modo sulle spalle del guidatore, ma bensì sarà affibbiata alle case automobilistiche che l’hanno prodotta, avendo l’obbligo di fornire una spiegazione a questa mancanza oltre che a pagare la multa.

Bonolis non fa prigionieri e dice la sua su Sanremo

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Solo per dare qualche numero: la serata finale di Sanremo di quest’anno, condotta dal noto conduttore del primo canale televisivo, Amadeus,  ha raggiunto 13.380.000 di spettatori in tutta Italia, e registrando durante tutte le serate, una media di share del 64,9%.

Paolo Bonolis dice la sua

Eppure, nonostante questi numeroni, l’ex conduttore Sanremese dell’edizione 2005 e dell’edizione 2009, Paolo Bonolis, analizza i dati da un punto di vista della programmazione, invitando ad evitare di comparare i numeri che sono stati fatti quest’anno, con i numeri delle precedenti edizioni.
Senza freni su Radio101, ospitato da Maurizio Costanzo nel suo programma radiofonico “Facciamo finta che…” in onda dal lunedì al venerdì tutte le sere per un’ora, dalle 20:00 alle 21:00, l’attuale conduttore di “Avanti un altro” non le manda a dire sui record infranti dall’ultima edizione sanremese targata Amadeus. Inizia con un po’ di nostalgia “della battaglia” per poi insinuare qualcosa…

“Che ricordi ho dei miei Sanremo? Piacevolissimi. Erano Sanremo nei quali bisognava darci dentro per organizzarli, per creare qualcosa di veramente nuovo, spettacolare, perché avevamo contro tutto. Nel 2005 e nel 2009 avevamo contro la guerra civile perché tutti i programmi migliori di Mediaset erano accesi. Le cose ora sono cambiate.”

Con queste parole non si capisce bene se intenda fare un’ampia disamina del palinsesto televisivo serale italiano o se voglia levarsi qualche sassolino dalla scarpa per difendere (con un po’ di amor proprio) le passate edizioni condotte da lui stesso.
Sicuramente Bonolis con la sua carriera che parla per sé, partita agli albori del 1980, non ha nulla da invidiare a nessun altro conduttore italiano.

Un’accusa che sa di rimprovero per la sua stessa emittente?

Prosegue così l’intervista il conduttore romano:

“Sono contento per loro perché la strada è più semplice, però bisogna impegnarsi meno ora a farlo. Ora non c’è proprio programmazione contro e quindi diventa un po’ più facile. Per quanto poi la cosa devi farla bene, hanno saputo farla bene tutti, ci mancherebbe altro, però non c’è più quella tigna che ci vuole per trovare qualcosa che possa sconfiggere anche le velleità dell’avversario.”

Dopo queste parole si capisce un po’ meglio che il marito di Sonia Bruganelli non ha nessun astio nei confronti di Amadeus, ma si limita ad annotare che, indubbiamente oggi puoi arrivare primo se gli altri non vogliono competere.
Ma cosa racchiudono queste parole? Si limitano a descrivere la situazione dei fatti o sono anche un rimprovero per la sua stessa emittente che ha preferito farsi da parte negli ultimi anni, mentre quando il festival era condotto da lui aveva uno spirito battagliero che puntava a rubare l’attenzione di più audience possibile? Perché Mediaset (ma anche gli altri canali) oggi preferiscono non competere?

Bellissima notizia per Lamberto Sposini

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La storia di Lamberto Sposini, il fondatore del Tg5

In molti ricorderanno il famosissimo conduttore televisivo Lamberto Sposini, ultimamente sparito dai riflettori del piccolo schermo e ritirato a vita privata.
La sua lunga carriera parla per sé. Inizia come giornalista, dopodiché viene assunto dalla RAI nell’ormai lontano 1978. Ha sempre intervallato la sua carriera da telegiornalista con quella da inviato (lo ricordiamo ad esempio a 90esimo minuto). Dopo più di dieci anni, nel 1991 passa a Mediaset dove, insieme a un gruppo di vari giornalisti, fonda il Tg5, diventandone direttore due anni più tardi, il 1993.
Ha sempre fatto la staffetta tra Rai e Mediaset finché nel 2008, tornato in Rai, viene incaricato del ruolo di conduttore de “La vita in diretta”, storico programma dell’emittente nazionale ora condotto dal giornalista Alberto Matano che entra, ancora oggi, ogni pomeriggio a casa di tutti gli italiani.

Fu costretto a lasciare la conduzione del suddetto programma, e in generale si allontanò dai riflettori della tv (non solo dalla Rai) nel 2011, a seguito di una grave emorragia cerebrale. Quando il malore lo colpì era la fine di aprile e venne portato via (poco prima dell’inizio della sua trasmissione) con un’ambulanza dagli studi di via Teulada.

A causa di questo Ictus, si è ritirato a vita privata e nonostante tutto, i suoi affezionati spettatori ancora lo ricordano con grandissimo affetto e sperano di poterlo vedere prima o poi ancora sul piccolo schermo.

Finalmente la bella notizia dalla figlia

Però ciò che forse non molti sanno è che Lamberto si sta godendo la vita del papà. Chi è rimasto senza notizie forse è perché attende sue nuove in tv, mentre Lamberto è molto attivo sui social! Il suo account conta più di 300 post ed è seguito da più di 115mila persone (ciò a testimonianza del fatto che rimane, ancora oggi, uno dei conduttori televisivi più amati nonostante la lontananza dalle attenzioni e flash mediatici). Questa (relativamente) nuova vita da papà, lo riempie ogni giorno di orgoglio e soddisfazione.
L’ultima soddisfazione dell’ex conduttore, infatti, arriva proprio dalla figlia appena diciottenne Matilde, la primogenita.

Con un post, pubblica una foto di loro il primo giorno di scuola della figlia, quasi a suggellare la fine di quello che è un importante percorso per la giovane ragazza di casa Sposini. Infatti, nel secondo scatto, c’è il succo vero e proprio della bella notizia! I 95/100 presi all’esame di maturità!
Nella descrizione si legge tutto l’orgoglio del padre: “Brava Matilde”, poche e coincise parole per riassumere tutto l’orgoglio di un padre.

“Siamo un’anima sola” le parole al miele di Manuel Bortuzzo

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In occasione di San Valentino, Manuel Bortuzzo ha organizzato una romantica sorpresa a Lulù Selassié, la sua fidanzata rimasta sola nella casa del GF Vip.

Le difficoltà di Manuel.

L’ex nuotatore 22enne, già noto per esser stato una promessa del nuoto, ha rotto ogni indugio e si è dichiarato alla principessa 23enne.
Dato i suoi trascorsi turbolenti, Manuel è sempre stato molto restio a dichiarazioni d’affetto e comportamenti che potevano esporlo molto sul lato amoroso.

Infatti, come lui ha detto “Le ripetevo ‘Mi dispiace’ perché ero abituato a dare poco, ma non voleva dire che fossi segnato a vita: una volta che abbiamo fatto il passo in avanti, ho scoperto di essere io quello che non si stacca più”

I trascorsi del classe 1999 hanno dell’incredibile. Ancora oggi è simbolo di un’enorme forza di volontà. Purtroppo è celebre da qualche anno, a causa del suo incidente di cui è stato vittima.
Per chi lo conoscesse poco, Manuel Matteo (questo il nome completo) vive i suoi primi anni di vita nella sua città natale, Trieste.
Sin da piccolo però, da giovane promessa del nuoto, per cause familiari e per cause dovute a allenamenti sempre più professionali, subisce vari trasferimenti, partendo da Trieste, passa per il Veneto (in un piccolo paesino al confine con Treviso).

Da sempre mostra un anima fortemente determinata (caratteristica fondamentale per chi vuole competere ai livelli più alti dello sport o in generale nella vita) e ciò è quello che lo ha fatto andare avanti in maniera magistrale dopo il tragico evento.
Sin da bambino è stato sempre carico di responsabilità, portando avanti lo studio nonostante i sempre più frequenti allenamenti in piscina, con una testa che puntava sempre a migliorarsi.

Tutto però cambia a febbraio del 2016, la sera di quel tragico evento. Passeggiando con la (allora) ragazza Martina Rossi, nel quartiere Axa di Roma, il giovane campioncino viene raggiunto da un colpo di pistola, causato molto probabilmente da uno scambio di persona. Chiamati i soccorsi, appare subito chiara la gravità della situazione: Manuel ha una lesione al midollo.

Finalmente un lieto fine?

Grazie al carattere determinato e alla forte motivazione di Manuel, riesce a trasformare quella che a tutti gli effetti sembra una condanna, in una spinta a dare sempre il massimo e ottenere qualcosa in più, ogni giorno. Ad oggi è un esempio per tutti i ragazzi, e dopo tutto questo, è riuscito finalmente ad aprirsi ed esprimere i suoi sentimenti alla bella principessa Selassié.

Nel giorno di San Valentino, l’etiope principessa (mentre Manuel l’attendeva in giardino), ha trovato in una stanza piena di palloncini, un biglietto. Poi una volta faccia a faccia, il giovane finalmente confessa i suoi sentimenti:

“Non smetto di guardarti, stai tranquilla perché trascorreremo una vita bellissima insieme. Ci ho messo un po’ a capirti ma poi ce l’ho fatta. Siamo un’anima sola e quasi mi spaventa quanto siamo vicini anche a distanza”

Confermato il calo di efficacia della terza dose

Con i tempi che corrono purtroppo, per quanto riguarda le notizie relative alla recente pandemia, possiamo solo che affidarci al parere dei medici e dei gruppi scientifici selezionati e finanziati appositamente per studiare gli effetti dei tanto discussi vaccini e il loro grado di efficacia nel tempo.

Quanto c’è da preoccuparsi?

Soprattutto sul finire dello scorso anno, quando venne annunciata la necessità di una terza dose, molte persone hanno iniziato a storcere il naso e a farsi sorgere qualche dubbio in più riguardo l’effettiva efficacia delle dosi di vaccino. Questi dubbi, sono stati inconsciamente fomentati da una crescente paura riguardo il numero delle dosi da fare: molte persone, in Italia, sono sfiduciate e sconfortate al pensiero che le probabili dosi da fare non siano finite, i più estremisti invece, arrivano addirittura a pensare che non finiranno mai.

Ciò è quello che potrebbe confermare il recente studio americano riguardante l’efficacia dei vaccini nei quattro mesi successivi alla somministrazione della terza dose.
Secondo questo studio pubblicato dai Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) anche chi ha fatto la terza dose non è completamente immune agli attacchi del Coronavirus, infatti, già dopo quattro mesi, la dose booster perde di efficacia, passando dal 91% al 78% e aumentando così anche il rischio di un eventuale ricovero.
Il dato che si può notare e che precisano anche gli scienziati è che la percentuale del dato comunque rimane alta, confermando così la necessità di somministrare la terza dose.

Tutti i dati sull’effettiva efficacia della terza dose

Questa ricerca parte dall’agosto del 2021 e copre un lasso temporale di circa sei mesi (fine gennaio 2022) e posa l’attenzione su dieci stati.
Sono stati osservati dai ricercatori circa 240mila visite per Covid e oltre 90mila ricoveri.
Quello che hanno evinto dai dati osservati è che l’efficacia della dose a circa due mesi dalla somministrazione è scesa all’87%, mentre in chi era vaccinato da più di quattro mesi, aveva un’efficacia del 66%. Questi dati sono l’effetto dell’entrata in gioco della variante Omicron, ma per questo motivo gli scienziati confermano che non sono del tutto inutili le dosi booster in quanto contrastano in maniera efficace la forma grave della malattia.

Molti si staranno chiedendo, quindi, se sarà necessaria un’eventuale quarta dose.
Al momento l’Ema (European Medicines Agency) smentisce la necessita di un’ulteriore dose, almeno non ai soggetti che non appartengono alle categorie più fragili o a rischio. Per confermare il tutto però si attende ancora il parere dell’Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco) che su questo argomento non si è ancora pronunciata.

Dal Bollettino del Ministero della Salute, in Italia fino a ieri, si contavano 70.852 nuovi casi di positività, in calo rispetto ai 101.864 dello scorso martedì, quindi la riduzione (considerando il tempo di una settimana) è del 30%. Le terapie intensive sono 54 in meno (1.119 in totale) e i ricoveri ordinari anche sono scesi a 15.602, ben 448 in meno.